Valentino Balboni: un’intervista esclusiva con il leggendario collaudatore Lamborghini
Valentino Balboni non ha certo bisogno di presentazioni.
I collaudatori non godono della stessa fama dei piloti veri e propri. Tuttavia non sono meno rispettati da tutti coloro che costituiscono e gravitano intorno a quel meraviglioso universo delle auto esotiche.
Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo durante la Milano Auto Classica , Valentino ci ha accolti con il suo sorriso smagliante ed è raro non vederlo sorridere. Dopo tutto, aver trascorso 40 anni guidando Lamborghini, è davvero difficile non sorridere. La sua storia d’amore con la casa di Sant’Agata comincia quando era poco più che ventenne. Per caso si trovava a passare nei pressi della fabbrica Lamborghini e, ancora per caso un uomo che scaricava da un camion delle carrozzerie di “Miura” gli chiese di aiutarlo. Da quel giorno in poi iniziò una storia d’amore con Lamborghini durata 41 anni. Esordisce come apprendista meccanico, per poi qualche anno dopo, diventare collaboratore. Era il 1973 e la sua prima auto da collaudare era una delle ultime Miura SVs costruite. Da allora si può ben dire che Valentino Balboni di Lamborghini ne ha guidate.
Valentino Balboni e Ferruccio Lamborghini
A Volerlo fortemente come collaudatore fu proprio Ferruccio Lamborghini, il patron. Di lui Valerio conserva un bellissimo ricordo. Lo descrive come una persona molto umile, di grande carisma, pieno di idee strabilianti e soprattutto con una grande voglia di fare qualcosa di diverso.
Il sorriso Valentino non lo perde neanche quando gli si chiede quale delle tante “auto esotiche” guidate preferisce. La risposta arriva secca e decisa. La “Miura” è e sarà per sempre il suo primo amore, mentre la prediletta è senza alcun dubbio la “Countach”. Ed è proprio testando una Countach che Balboni subisce un incidente grave. L’improvvisa uscita di un camion fa sì che la Lambo guidata da Balboni si ribalti più volte terminando la corsa sul tettuccio. La Countach era distrutta, ma nessuno riportò conseguenze.
C’è stato un momento, nella sua carriera, in cui gli chiesero se avesse voluto diventare un pilota da corsa. Ma per Balboni il momento che stava vivendo con la casa di Sant’Agata era importante, ed altrettanto era il suo lavoro di sviluppo e collaudo dei veicoli. Così mantenne la decisione di continuare a concentrarsi su quello che era il suo lavoro. Decisione dimostratasi saggia. In più il collaudatore si differenziava per una qualità, la conoscenza del prodotto quindi del veicolo. Molto spesso capitava di venire chiamato per una dimostrazione, anche pratica, del veicolo all’acquirente. Ciò era voluto da Ferruccio Lamborghini non solo per l’immagine dell’azienda, ma anche perché era giusto che il cliente conoscesse le potenzialità della vettura.
Attività che Valentino Balboni porta avanti ancora oggi nonostante sia in pensione. È qualcosa che va al di là di ogni concetto di business e altresì della vera passione. Si tratta del puro piacere di fare qualcosa per Lamborghini. La sua vita è stata sempre collegata a Lamborghini, per Lamborghini. Nonostante siano trascorsi 50 anni, Valentino è come se vivesse ancora quel fatidico primo giorno. Per nessuna ragione cambierebbe marchio. Ancora oggi Balboni è convinto che Lamborghini conservi il suo carattere e la sua personalità. È quello che viene chiamato “DNA”. Il suo è entusiasmo genuino per la casa di Sant’Agata ed è proprio ciò a spingerlo nel continuo “fare” per Lamborghini.
Parlando del futuro, trova di buon auspicio la realizzazione da parte del brand di un SUV. “Un’auto del genere spinta da un 12 cilindri è qualcosa di veramente eccitante da guidare!”. L’unico rimpianto riguarda il fatto che le auto moderne stiano perdendo pian piano il piacere del cambio manuale. Guidare un’auto sportiva con un cambio manuale, rende tutto ancora più eccitante.
Infine quando gli chiediamo che auto guida oggi, senza dubbi risponde quella che Lamborghini gli ha dedicato. La Gallardo LP 550-2. Oltre a portare il suo nome, tale vettura segna anche il ritorno alle origini del marchio poiché riprende la trazione posteriore. La leggenda ha dato vita ad un altra leggenda.
Co-fondatore e caporedattore