Il vintage conquista la scena a Pitti Uomo 2024
L’edizione di Pitti Uomo 2024 in corso a Firenze, riserva grande attenzione anche quest’anno, al segmento del vintage.
VINTAGE HUB Circular Fashion è il progetto curato da Angelo Caroli – fondatore e anima di A.N.G.E.L.O. Vintage Palace – dedicato alle aziende del second hand e dell’upcycling. E ancora, tra gli stand della Fortezza da Basso, il revival del vintage è nel segno del workwear. Venite con noi a Pitti Uomo.
Il progetto Vintage Hub Circular a Pitti 2024
Il momento storico è più che mai propizio per il vintage: secondo un recente studio di BVA Doxa, più della metà degli italiani (57%) opta per l’acquisto di capi pre-loved. Mentre si attesta attorno a 24 milioni di euro, il giro d’affari del second hand nell’ultimo anno, solo nel nostro Paese. La kermesse fiorentina dedicata alla moda uomo, intercetta così il cambiamento di rotta. Senza dimenticare gli eventi speciali dell’edizione 2024, tra cui la sfilata del guest designer Luca Magliano, una visita al Vintage Hub vi farà scoprire interssanti progetti del second-hand.
Quali sono i brand da scoprire a Vintage Hub Circular
Le aziende di vintage e upcycling cui è dedicato lo spazio al primo piano dell’Arsenale, sono: 2 Di Picche, AN CO RA, A.N.G.E.L.O., A.N.G.E.L.O. Rework, Antonio Mastrorocco One Off, Stefano Ghilardi Official, Velvet for Philosophers + ReJàvu Milano. Partiamo da A.N.G.E.L.O. Con sede a Lugo di Romagna, nella provincia di Ravenna, è considerato il tempio del vintage italiano, di proprietà di Angelo Caroli. Per il fondatore, il “business” è iniziato comprando da ragazzo, abiti usati americani, camicie botton down e jeans, da rivendere poi agli amici. Oggi, i suoi capi e accessori d’annata attraggono celebrities e star, tra cui Laura Pausini e Ligabue.
A Pitti 2024 il mix vintage-upcycling
Il progetto AN CO RA, parte invece dalla vecchia biancheria recuperata tra Puglia, Marche e Abruzzo nelle case delle nonne. Da qui nascono capi in lino e cotone, senza stagionalità, né genere. Un aspetto interessante che il progetto fiorentino valorizza, è infatti quello del riutilizzo creativo di capi e tessuti di ottima qualità, per creare abiti che prima non esistevano: si evitano gli sprechi e si ottengono creazioni uniche. L’upcycling, mette in valore un processo creativo e di produzione totalmente nuovo e a tratti visionario.
Come costruire un look con capi re-worked?
Nello speciale spazio/installazione “ordinarly-extraordinary”, ogni giorno Maurizio Donadi – tra i grandi sperimentatori dell’upcycling – presenta cinque look, ottenuti mixando capi nati dal riuso creativo con altri vintage.
“Nel tempo la definizione di vintage si è trasformata in elemento di stile – ha spiegato Donadi – ispirando strategie di marketing, iniziative sostenibili, archivi e store specializzati. L’obiettivo del mio progetto a Pitti Uomo è approfondire questa definizione, presentando ogni giorno cinque look ottenuti accostando stili diversi. Una proposta creativa di ensemble costruita sul mix&match di capi da aziende di upcycling e pezzi e tessuti vintage”.
Il vintage può diventare un modello di fashion business?
Il Vintage Hub di Pitti Uomo 2024 fa così il punto sull’universo del vintage, andando oltre il trend moda di successo. L’obiettivo dichiarato è quello di puntare alla diffusione di un vero e proprio modello di business, nel segno della sostenibilità e del re-worked. L’intento è di coinvolgere soprattutto negozi e store, attraverso un approccio contemporaneo al vintage. Non più e non solo un hobby da mercatino delle pulci, ma un segmento del fashion su cui investire. Tra le proposte: la creazione di corner dedicati al vintage e all’upcycling all’interno degli store già esistenti, insieme a operazioni di co-branding tra fashion brand tradizionali e realtà del pre-loved. Altro importante aspetto valorizzato dal Vintage Hub è quello delle valutazioni e delle perizie degli archivi stilistici: veri scrigni delle meraviglie che acquistano valore col tempo, grande fonte di ispirazione per creativi e designer.
A Pitti 2024 il vintage premia lo stile workwear
Nella moda il tempo, non è qualcosa di definitivo che scorre uniforme, tra passato e futuro. “Il tempo della moda è un percorso incessante in avanti e indietro attraverso citazioni e referenze che sembrava impossibile veder tornare, in un clima che annulla le stagioni e cambia i riferimenti” ha commentato Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine .
Da questo concetto si deduce che il fortunato revival del vintage: tra i grandi trend, il workwear si conferma fonte di ispirazione inesauribile. Le icone di stile sono capi senza tempo come la Detroit Jacket e i pantaloni Double Knee di Carhartt, che rilanciano nel guardaroba contemporaneo il leisurewear da lavoro, tra tocchi militari, tasconi su gilet e giacche oversize, insieme a tute chiuse da zip.