Per la sfilata di Valentino l’intimità in scena secondo Alessandro Michele

La sfilata di Valentino alla Parigi Fashion Week Autunno Inverno 2025 26 ha offerto uno spettacolo che trascende il concetto tradizionale di passerella. Alessandro Michele, direttore creativo della Maison, torna in passerella con una collezione che esplora il legame tra intimità e potere attraverso il rapporto tra il corpo e l’abito. Dopo il suo debutto di settembre, questo nuovo show segna un ulteriore capitolo della sua visione creativa per Valentino. In una scenografia audace e concettuale, la collezione ha messo in scena un viaggio tra la vulnerabilità e la costruzione dell’identità personale.
 

Sfilata Valentino l'intimità in scena secondo Alessandro Michele

Sfilata Valentino l’intimità in scena secondo Alessandro Michele

 

Un bagno come palcoscenico dell’intimità

L’ambientazione scelta da Alessandro Michele per la sfilata Valentino alla Parigi Fashion Week non è stata casuale: un bagno pubblico, luogo emblematico di introspezione e trasformazione. Ricostruito come una struttura effimera con cento porte, lavandini esterni e luci rosse, questo spazio ha rappresentato un rifugio e allo stesso tempo una vetrina, un luogo di intimità condivisa ma mai completamente esposta.

 

 

Alessandro Michele ha voluto sovvertire la tradizionale idea di moda come puro spettacolo estetico, trasformandola in una rappresentazione teatrale dell’essere umano. “La moda è un grande teatro”, ha dichiarato dopo lo show, sottolineando come il rapporto tra corpo e abito sia un rituale intimo, che riflette la nostra immagine sia a noi stessi che agli altri.

Un viaggio tra gli anni Sessanta e Ottanta

La collezione Autunno Inverno 2025 26 di Valentino si configura come un ponte ideale tra due epoche chiave della storia del brand: gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Michele ha attinto dall’eredità di Valentino Garavani, recuperando elementi iconici del passato e reinterpretandoli in chiave contemporanea. Il risultato è una collezione che mescola la raffinatezza sartoriale della Maison con un tocco di teatralità, dove i capi diventano strumenti di narrazione.

 

Gonne ampie, pantaloni dalle linee rigorose, giacche doppiopetto strutturate, tailleur eleganti e kimono riccamente decorati si alternano a jeans e capi streetwear impreziositi da dettagli sartoriali. Non mancano le ruches, i colletti in pelliccia e le silhouette oversize che giocano con la contrapposizione tra rigore e leggerezza.

Il potere dell’abito una nudità vestita

Alessandro Michele ha voluto esplorare il concetto di intimità non attraverso la nudità esplicita, ma attraverso il potere trasformativo dell’abito. “La mia nudità è fatta di vestiti”, ha affermato il designer, sottolineando come l’abbigliamento sia un mezzo per rivelarsi e allo stesso tempo proteggersi dallo sguardo altrui. Ogni capo è un simbolo di questa dicotomia: un velo che cela e svela al tempo stesso, un mezzo di espressione che diventa anche una corazza.

Elementi come le cagoule e i tiranti ispirati alla chirurgia estetica amplificano questa riflessione, suggerendo come la moda possa essere un’illusione, un inganno raffinato che ci permette di costruire e destrutturare la nostra immagine. Un gioco di percezioni in cui il potere dell’abito non risiede solo nella sua estetica, ma nella sua capacità di ridefinire l’identità di chi lo indossa.

Un metateatro della moda

La sfilata Valentino alla Parigi Fashion Week ha proposto una riflessione profonda sulla natura stessa dell’intimità. Michele ha descritto questa collezione come un “meta-teatro”, una rappresentazione dentro la rappresentazione, dove il confine tra realtà e finzione si fa sfumato. Citazioni filosofiche e riferimenti culturali hanno arricchito il discorso creativo del designer, che ha tratto ispirazione da figure come Michel Foucault, David Lynch e Paul Valéry.

Il bagno pubblico, scelto come scenario dello show, diventa così la metafora perfetta per questo concetto: un luogo che storicamente unisce funzione e socialità, privato ma al tempo stesso condiviso, in cui la costruzione dell’identità avviene attraverso specchi, superfici e rituali quotidiani.

L’intimità come enigma della moda

Con questa collezione, Alessandro Michele ha ridefinito il ruolo della moda come mezzo di espressione e riflessione culturale. La sfilata Valentino alla Parigi Fashion Week non si è limitata a presentare nuovi capi, ma ha offerto una prospettiva inedita sul rapporto tra abito e identità, tra intimità e rappresentazione. Un dialogo tra passato e presente, tra il visibile e l’invisibile, tra il reale e l’immaginario.

Perché, come ci ricorda il designer, nessuna intimità può davvero svelarci completamente: ogni abito, ogni scelta stilistica, ogni dettaglio è un tassello di un enigma più grande, quello della nostra esistenza vestita.