Addio Ciccio di Cefalù calzolaio dei piloti
Ciccio di Cefalù, al secolo Francesco Liberto, conosciuto da tutti come “il calzolaio dei piloti”, si è spento il primo giorno di questo 2023. Ciccio è stato un vero protagonista nel mondo delle corse. Proprio a lui, si deve la creazione di numerose paia di scarpe, su misura, per altrettanti piloti della Targa Florio prima e poi della Formula 1. Oggi noi di MMM vogliamo ricordarlo dedicandogli queste righe in omaggio alle sue qualità di esperto artigiano.
Negli anni ’60, le menti ingegneristiche più eccelse erano impegnate nella ricerca e nello studio di profili, turbine, monoscocca al fine di ottenere e sfruttare la massima velocità. Mai si sarebbe pensato che la scoperta più intelligente, in tema di velocità, sarebbe arrivata da un semplice e sconosciuto calzolaio italiano. Il suo merito? Quello di aver pensato e realizzato il primo paio di “scarpa veloce” o se preferite “racing shoes” . Ed è proprio con questa particolare invenzione che Ciccio di Cefalù diventa il calzolaio più famoso del mondo in ambito motoristico.
Storia e origini di Ciccio di Cefalù
Francesco Liberto nasce 86 anni fa in quella che era una famiglia siciliana numerosa e di umili origini. Come tradizione in quegli anni, un giovanissimo Ciccio deve dare il suo contributo al sostentamento della famiglia. Così neanche compiuti i sei anni, inizia a fare conoscenza con i segreti del mestiere nella bottega di ciabattino dello zio paterno. Fin da subito dimostra di avere un certo “savoir faire” e delle buone intuizioni di creatività e stile. Queste ultime sono valorizzate da Mila Contini e Pepita Misuraca, introducendolo nel “bel mondo di Cefalù” che negli anni ’60 gravita tutto intorno al “Club Mediterranée”. Il successo dei suoi sandali in cuoio, prodotti esclusivi come i cosiddetti Muccaturi e Patchwork, in quegli anni è tale che Ciccio riesce a gestire persino un piccolo atelier.
Ma il vero giro di boa per Ciccio arriva da tutt’altra parte, dal mondo delle corse automobilistiche precisamente. Le pendici delle Madonie, costituiscono il ritrovo annuale per il perdurare del mito della velocità. Dal 1906 fino al 1977, questo sarà il luogo sacro della “Targa Florio” voluta da Vincenzo Florio, ricco imprenditore palermitano, rimasto estasiato da questo nuovo mezzo di locomozione che è l’automobile.
Torniamo al nostro calzolaio di Cefalù. In quegli anni vi sono numerose difficoltà pre gara, come la necessità di mettere a punto la vettura, di conoscere e memorizzare il percorso, che costringevano le varie squadre a raggiungere la Sicilia con largo anticipo rispetto al giorno di gara. Il carattere espansivo di Ciccio e le sue qualità di “narratore” sono occasione per legare con alcuni protagonisti della corsa, che fanno della bellissima Cefalù il loro quartier generale. Tra questi vi sono i giovani alfieri dell’Auto Delta, in particolare con Ignazio Giunti, Geki Russo e Nanni Galli.
Tutto nasce, come sempre, quasi per scherzo. Proprio Ignazio durante una cena in una delle numerose serate trascorse insieme, chiede a Ciccio di cucire per lui un paio di scarpe da competizione. Il calzolaio naturalmente non ha nessuna idea su come debbano essere un paio di scarpe da corsa. Così sono gli stessi piloti a dargli alcune dritte. Leggerezza, morbidezza e naturalmente comodità, queste le basi da cui partire. Logicamente, altro dettaglio imprescindibile, è che tali scarpe abbiano una suola sottile. Ciò affinché possano trasmettere al pilota tutta la sensibilità di cui il piede ha bisogno per guidare una macchina da corsa.
Il 1965 per Ciccio segna l’inizio di una nuova carriera professionale e, soprattutto artistica. Realizza il primissimo paio di scarpe da corsa che ufficialmente lo consacrano nell’Olimpo dello sport automobilistico. Infatti da allora i più grandi piloti internazionali scelgono le sue scarpe perché fatte su misura e dunque uniche al mondo. Rarità che giunge fino ad oggi, senza mai tramontare. Neanche quando a fine anni ’70 la “Targa Florio” è costretta a chiudere, sacrificata sull’altare della sicurezza. Ciccio invece è sempre lì e continua a produrre “opere d’arte”. Per un certo periodo dei mitici anni ’70, diventa fornitore ufficiale della Scuderia Ferrari F1. Niki Lauda nel ’77 diventa Campione del Mondo con ai piedi un paio di scarpe realizzate dal maetro di Cefalù.
Un aneddoto narra che Clay Regazzoni negli anni ’80 gli commissionò un paio di scarpe, spedendogli da Tokyo una semplice e comune cartolina postale, sulla quale era scritto:”mi serve un paio di scarpe bianche e rosse.” L’indirizzo era solo: Ciccio Cefalù – Italy.
E non è stato il solo. Tante della scarpe di Ciccio di Cefalù hanno accompagnato sul podio piloti come Mario Andretti, Carlos Reutemann, Jacky Ickx, René Arnaux e tantissimi altri. Il mondo intero apprezza le sue calzature che sono diventate davvero leggendarie. Al punto che sono esposte in diversi musei. Dal Museo Ferrari a Maranello, a quello della Porsche a Stoccarda. Anche il museo dei Fratelli Rossetti a Milano ha uno spazio a lui dedicato.
Pensate che nel 2012 Ciccio vola ad Holliwood perché il regista Ron Howard espressamente gli chiede, per il film “Rush” una copia delle “Racing Shoes” indossate da Lauda in quel periodo.
Purtroppo, per la ciclicità della vita, il grande artista “Ciccio di Cefalù” ci ha lasciati. Di lui resta un caro ricordo dell’uomo che era e, soprattutto le sue indimenticabili “racing shoes”.
Co-fondatore e caporedattore