Circuito Stradale del Mugello
Il Circuito Stradale del Mugello è una gara di regolarità classica, pensata per far rivivere e rinascere il leggendario “Gran Premio del Mugello“.
Disputato tra il 1914 e il 1970, è una tra le competizioni italiane più antiche.
Circuito Stradale del Mugello, la prima gara.
La storia di come è nata la gara del Circuito Stradale del Mugello è davvero bizzarra. Pensate che è voluta come un’alternativa, molto più impegnativa, alla Coppa della Consuma.
L’edizione di apertura è disputata nel giugno 1914 ed è organizzata dall’Automobile Club di Firenze, che organizzava già, sin dal 1902, la suddetta Coppa della Consuma. La partenza è fissata in quello che all’epoca era un piccolissimo villaggio, San Piero a Sieve e, al via si presentano 36 vetture.
Il circuito scelto per disputare la gara è composto per la maggior parte da strade, o meglio mulattiere piene di ciottoli e buche, che percorrono il fianco della montagna. Il fine ultimo della competizione non è la velocità, bensì la regolarità. Quattro i giri da percorrere, per una lunghezza totale di 67,5 Km da compiere in 1h30 minuti, mantenendo, appunto per la regolarità, una velocità media di 45 Km/h.
Neanche una settimana dopo l’inaugurazione di questa prima edizione, l’entusiasmo che la gara suscita, lascia il posto agli oscuri presagi della Prima Guerra Mondiale, frutto dell’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e di sua moglie. Per molti anni non si fa più alcun accenno alle corse automobilistiche.
Gli anni ’20 segnano la ripresa di questa gara, che viene corsa fino alla fine del decennio, e sono questi gli anni in cui fanno la loro apparizione i futuri dominatori della scena automobilistica del secondo dopoguerra. Tra questi, Nuvolari, Biondetti, Fagioli, Benini e moltissimi altri.
Infatti bisogna attendere la metà degli anni ’50 per assistere alla piena ripartenza delle corse automobilistiche. Tra il ’47 e il ’54 in Toscana si corre la “Coppa della Toscana”, una sorta di Mille Miglia in formato ridotto. Alcuni problemi organizzativi, legati alla Coppa della Toscana, spinsero i dirigenti dell’Automobile Club Firenze a riproporre il Circuito del Mugello.
Così, 41 anni dopo la prima edizione, nel giugno del 1955, si corre una gara automobilistica sul circuito ridotto di Barberino del Mugello. Tuttavia bisogna aspettare il 1964 finché il Circuito Stradale del Mugello, ritorni ad essere disputata come in origine. Ciò grazie alla determinazione di Pasquale Borracci e Amos Pampaloni, rispettivamente presidente e direttore dell’Automobil Club di Firenze.
La consacrazione del Gran Premio del Mugello
Nel 1966 il Circuito del Mugello, entra definitivamente nel novero delle grandi corse. Si istituisce la partecipazione ufficiale della Porsche, della Ferrari, dell’Alfa Romeo con le nuove Giulia GTA, dell’Abarth e della Lancia.
Il 1968 è l’anno che si ricorderà per la corsa più combattuta ed avvincente di tutta la storia del “Circuito del Mugello”. L’Alfa Romeo trova la riscossa. Dopo un duello all’ultimo sangue, la 33 condotta da Nino Vaccarella e Lucien Bianchi ai quali negli ultimi due giri si aggiunge “Nanni Galli” rimasto nel frattempo appiedato, vince precedendo la Porsche 910 di Joseph Siffert e Rico Steinemann.
Il pubblico presente, si emoziona in un tripudio di urla e tifo scatenato, come se si fosse trovato allo stadio. È in estasi non solo per l’Alfa 33, ma anche per le due GTA di Enrico Pinto e di “Riccardone” che, battagliando fra loro, danno, per tutti i giri completati, uno spettacolo indimenticabile. Passaggi su due ruote e motori costantemente in fuorigiri. I due formidabili piloti concludono rispettivamente sesto e settimo assoluti. Preceduti solo dalle sport più potenti, esaltano così il vero spirito di questa corsa dove più che la potenza del mezzo, vale il coraggio con il quale la si affronta. Il “Circuito del Mugello” nel 1968 venne ribattezzato dagli organizzatori “Gran Premio del Mugello”. Questa denominazione sarà mantenuta anche negli ultimi due anni.
La Ferrari Daytona al Circuito del Mugello
L’edizione 2022 della gara, patrocinata dall’ACI, dall’Automobil Club Firenze, Club Aci Storico e organizzata dalla Scuderia Automobilistica Clemente Biondetti, si è svolta dal 29 aprile al 1° maggio scorso. Due giorni di competizioni riservate alle vetture prodotte fino al 1990 e ad una categoria particolare di automobili GTS costruite a partire dal ’91.
Tra le stupende auto partecipanti, una su tutte ha attirato la nostra attenzione, proprio come un fulmine a ciel sereno. Parliamo della magnifica Ferrari 365 GTB/4 soprannominata “Daytona” del 1974.
La 365 GTB/4 è una vettura sportiva prodotta dalla casa del “Cavallino” tra il 1968 e il 1974. Viene soprannominata Daytona in onore della vittoria conseguita nel 1967 dalla Ferrari 330 P4 sull’omonimo circuito statunitense.
La “Daytona” è presentata al Salone dell’Automobile di Parigi nel 1968 in versione coupé (GTB/4). Il design, di Leonardo Fioravanti, ne dà un’impostazione marcatamente sportiva e al contempo elegante, con sportelli e cofano anteriore e posteriore realizzati in alluminio. Mentre per la carrozeria, Pininfarina adotta un metodo nuovo, utilizzandola per ricoprire un telaio a traliccio centrale.
Il motore è il classico Ferrari V12 di 4390 cm³ montato in posizione centrale longitudinale, alimentato da sei carburatori a doppio corpo, mentre il cambio, manuale a 5 rapporti, trova alloggiamento nel retrotreno. Questa combinazione consente alla Daytona di toccare la velocità di 280 Km/h.
Vi è anche una versione spider della Ferrari 365 GTS/4, realizzata nel 1969, unicamente per soddisfare le richieste dell’importatore, per il mercato Nordamericano, Luigi Chinetti. Non immaginate quanto possa essere bello ammirare questa Ferrari ruggire attraverso le strade del Mugello. Per quanti non lo conoscano, il Mugello si trova nel centro dell’Appenino tosco – emiliano. Compreso tra due province, Firenze e Bologna, è attraversato da due statali. Una di queste unisce le due città attraverso gli stupendi passi della Futa e della Raticosa. L’altra invece conduce a Scarperia e, dopo essersi inerpicata per il Passo del Giogo, ci porta a Fiorenzuola e poi ad Imola. Il Mugello è custode della storia dell’evoluzione dell’automobilismo italiano e la Ferrari ne costituisce parte importante.
Co-fondatore e caporedattore