Dario Costa: precisione e velocità.
Qualcuno dice che abbia trascorso più ore in volo che a terra. Fino a quando non gli cresceranno un paio di ali, continuerà a farlo sui suoi adorati aeroplani. Il suo preferito è lo Zivko Edge 540, un modello da competizione con un’apertura alare che non raggiunge gli otto metri e viaggia a più di 400 chilometri all’ora. Se fosse una moto sarebbe una Ducati, se fosse una macchina sarebbe una Lamborghini e se fosse una persona, beh, sarebbe Dario Costa. L’abbiamo incontrato e intervistato, a un’altitudine normale.
È dal 2013 che Dario Costa è legato al mondo Red Bull. Da collaudatore ad atleta Red Bull e poi competitor della Red Bull Air Race Challenger Cup, Dario si esibisce in funamboliche acrobazie e gareggia nella Air Race; competizione di precisione e velocità.
Classe 1980, Dario Costa è un atleta dedito e disciplinato che a sedici anni si era già guadagnato il diritto al suo primo volo solista. Costa è stato anche uno dei più giovani istruttori di volo acrobatico in Italia.
Scaldiamoci un po’: secondo te un pilota di aereo non dovrebbe mai…
Sopravvalutarsi e smettere di imparare.
Dario Costa spiegaci il tuo lavoro in 3 parole.
Emozione, innovazione, immaginazione.
Dario che ricordo hai del tuo primo volo?
Ero troppo piccolo per ricordare il mio primo volo: avevo circa un anno. Invece, ricordo come fosse ieri il mio primo volo da pilota senza istruttore, avevo 16 anni. Atterravo da un normale volo di addestramento con il mio istruttore all’aeroporto di Bologna. A terra, non avevo ancora spento il motore, ricordo che il mio istruttore è sceso dall’aereo e mi ha detto “Vai”, e sono andato.
Hai trascorso la tua infanzia tra Africa e Italia. Come ha influenzato la tua passione per il volo e quanto ha influito nel tuo lavoro?
Nella mia vita ho sempre viaggiato moltissimo. Lo spostamento da sempre mi ha fatto sentire cittadino del mondo e mi ha dato una visione molto più ampia sulle mie ambizioni. Mi ha insegnato a non pormi limiti. Non so cosa significhi stare fermo, che sia un posto o nella mia mente. La contaminazione di diverse culture mi ha arricchito di valori e sensazioni che senza viaggiare sin da piccolo non credo avrei mai avuto.
Poi questo lavoro mi ha permesso di continuare a girare il mondo, volando su paesaggi che mi è difficile descrivere con le parole. È stata una grande occasione che mi ha fatto conoscere tantissime culture, ho imparato qualcosa da ogni incontro. poi mi ha insegnato quanto siamo piccoli nel mondo e che se vogliamo cambiarlo dobbiamo cominciare guardandoci dentro con umiltà e sincerità.
“Più di tutto, ho imparato che il talento non esiste. Esistono la dedizione e il duro lavoro”.
Ogni atleta conosce la disciplina e il sacrificio, pensi che oggi ci siano più distrazioni da cui è difficile sfuggire?
I social media sono un’arma a doppio taglio, ma penso che facciano anche parte dell’evoluzione naturale della comunicazione. Immagino che il tempo che dedichiamo ai canali che ci collegano al resto del mondo non sia cambiato, sono soltanto cambiati i canali.
Dario che sport pratichi?
Ho praticato il baseball a livello agonistico per dieci anni, sino ai 18, uno sport che mi manca un sacco; ma il mio allenamento ora comprende soprattutto il nuoto e bici, sia da strada che mountain bike.
Dario Costa, dicci cos’è che ti rende più felice e quello che ti spaventa di più?
La felicità di mia moglie e mio figlio e mi spaventa non essere il padre ed il marito che meritano.
Quale tra le due e quattro ruote preferisce di più?
Difficilissima scelta, direi impossibile da rispondere! La mia passione insieme al volo sin da bambino è sempre stata la Formula1, quindi forse le quattro ruote, almeno per anzianità, meritano il primo posto in questo caso, ma senza togliere nulla alle due ruote che amo ugualmente!
Direttore responsabile e Co-Fondatore di Moda e Motori Magazine