Gianluca Capannolo, stile, geometria e sogni
Gianluca Capannolo, sorridente con il suo codino e il suo stile “alla mano” è lo stilita italiano più apprezzato nel mondo della moda.. La sua caratteristica è creare abiti “unici” in tulle, piume e seta, prendendoli direttamente da suoi sogni.
Gianluca Capannolo, stile, geometria e sogni
Gianluca Capannolo, stilista italiano con il suo inconfondibile stile “alla mano” e il sorriso contagioso, si erge come uno dei protagonisti più acclamati nel panorama della moda globale. Celebre per la creazione di abiti straordinari in tulle, piume e seta, tratti direttamente dai suoi sogni, Capannolo si definisce un “geometrico” affascinato dalla componente matematica delle forme. In questa intervista, parleremo della sua visione unica e l’origine delle sue ispirazioni, scoprendo il mondo di Gianluca Capannolo attraverso la sua straordinaria carriera nel mondo della moda.
Intervista a Gianluca Capannolo stilista
Chi è Gianluca Capannolo?
Direi che posso definirmi un “geometrico”. Mi piace molto la componente matematica alla base delle forme geometriche.
Da piccolo cosa sognava diventare?
Da piccolo non ho mai pensato di fare moda. Pensavo al colore, alle forme ad un immagine visiva. L’idea di creare vestiti è arrivata dopo, un’alternativa vincente per essere attorniato da forme, da colori e non esser costretto alla classica vita da ufficio con computer.
Le scelta dei materiali e delle le stampe dei suoi capi sono uniche perché è lei a disegnarle. Come nasce l’ispirazione?
L’ispirazione nasce dalla mia percezione di ciò che desidero rappresentare, a cui do forma attraverso l’impiego di tessuti fluidi o tessuti croccanti. La mia formazione coinvolge il disegno e la pittura, ma nelle mie opere uso molto anche materiali edili. Ho bisogno di picchi di tessuti, qualcosa che esce fuori dalla texture normale di un tessuto che aiuta ad incuriosire la collezione. Vedere un Rothko ti fa pensare ad un fondale per una silhouette, un Picasso ti da un’altra emozione come differente può essere guardare un quadro di Bacon e anche l’architettura mi influenza.
Quanto i sogni influenzano le sue creazioni?
Dei sogni notturni ricordo pochissimo. Mi viene più facile sognare ad occhi aperti, io sogno guardando.
La moda oggi per lei cos’è? Com’è lavorarci?
Per me la moda è vita. Non potrei fare altro, e non è neanche un lavoro che si fa a tempo pieno, perché c’è un lavoro mentale che ti assorbe costantemente. E un mondo incredibile perché tutto può succedere. Siamo fortunati a vivere il bello, il colore. Siamo fortunati di poter prendere delle libertà di spazio e tempo che in questo momento sono un lusso.
Si tratta di un lavoro in cui deve emergere la tua identità. E tale identità è la differenza che permette di distinguerti tra tutti. Ti rende unico insomma.
Secondo lei, qual è il capo di abbigliamento che non può mai mancare nell’armadio di una donna?
Direi che non può mai mancare un blazer. Un blazer indossato da una donna è la cosa più bella che ci sia. Però bisogna fare attenzione poiché il fit dev’essere perfetto.
Oltre agli abiti, nelle sue collezioni troviamo anche cappelli, borse, foulard a completare look con risultati di grande effetto. Moltspesso però le donne abbinano con meno attenzione gli accessori agli abiti. Lei cosa ne pensa?
Purtroppo la cultura e l’educazione alla moda è sfumata nel corso del tempo. La moda ha iniziato a prendere ispirazione dalla strada, con risultati non sempre apprezzabili. La moda è un mezzo esclusivo di espressione del sé.
Quale tipologia di donna meglio rappresenta il suo modo di vestire?
La donna che mi piace è una donna preraffaellita, una donna di una bellezza non comune.
Cosa le ha insegnato collaborare con altri stilisti?
Ho sempre cercato di apprendere, dai big, la parte organizzativa che serve alla realizzazione di una collezione, per adattarla al mio brand.
Cosa è stato detto a proposito delle sue collezioni che l’ha emozionata maggiormente?
Diffido dei complimenti che fanno alle mie collezioni. Il piacere vero e proprio è quando i capi escono dalle boutique perché si sono venduti. È un’enorme soddisfazione quando vedo i mie capi indossati, o che siano riconoscibili.
MMM parla anche di motori, a tal proposito come si pone a riguardo?
I motori sono quelli che mi uniscono al mondo delle auto, che mi attira molto. Adoro le Jaguar, per la scelta dei colori e delle forme che le rendono per me le macchine più belle. Al momento non ne posseggo e mi muovo con i mezzi pubblici. A Milano giro spesso in bicicletta.
Se potesse disegnare una macchina o una moto, come la immaginerebbe?
La realizzerei come una macchinetta dei fumetti, grigia metallizzata, perché considerando un abito colorato sul grigio sta benissimo. Il tappo della benzina invece mi piacerebbe colorato.
Una domanda paradossale. Se dovessero sparire tutti i colori, e ne può salvare solo uno. Quale sceglierebbe?
Quando nevica è tutto bianco, ho sempre pensato come sarebbe vedere tutto di un rosa pallido, un rosa che pulisce.
Ha mai pensato ad una collezione Uomo?
Ci vuole un’altro tipo di gestione e francamente la donna è più creativa. Compra d’impulso, ed è più facile far sognare una donna rispetto all’uomo. Qui devi essere bravo sui dettagli. Tuttavia mi è sempre piaciuta l’idea di una collezione unisex.
Co-fondatore e caporedattore