Giuseppe Macchion, storie di corse
Giuseppe Macchion, noto anche con l’affettuoso soprannome “Beppe”, è un pilota crossista privato, formatosi durante gli anni ’80. Correva con le Fiamme Oro della Polizia e, come lui stesso afferma, era anche abbastanza forte.
La sua passione per le due ruote e la sua determinazione lo hanno portato a diventare una figura iconica nel mondo del motocross. Il suo talento gli ha consentito di distinguersi, e gli ha permesso di partecipare alla Parigi – Dakar il rally più importante per chi pratica enduro.
Le sue avventure non erano solo un test di abilità, ma anche un banco di prova per la sua dedizione e perseveranza. Ha attraversato sfide impegnative, ma è sempre uscito più forte da ciascuna di esse. Beppe Macchion che oggi è concessionario di moto Honda sotto il nome di Moto Macchion, ci racconta il suo spirito combattivo che gli ha permesso di vincere molte sfide come la Parigi Dakar.
Chi è Beppe Macchion
Macchion, nasce e si forma come pilota da cross privato. Va subito forte e riesce ad ottenere buoni piazzamenti nelle gare che disputa a livello nazionale ed europeo. Un’altra sua passione, che pratica in modo meno continuo, è l’enduro. Questa disciplina conferma le sue qualità da pilota e non mancano risultati e soddisfazioni.
Noi di MMM abbiamo incontrato Beppe poco dopo aver concluso quella che per lui è stata una nuova ed entusiasmante esperienza. Partecipare alla Winter Marathon a bordo della sua auto, una Porsche 911 2.7 del 1977. Questo modello di Porsche è un aggiornamento che venne apportato alla 911 Carrera a partire dal 1974. Le nuove norme USA sull’inquinamento e sulla sicurezza entrate in vigore nel ’74, misero i tecnici Porsche dinanzi alla necessità di rivedere la 911. Così si introducono i paraurti ad assorbimento di impatto, i gruppi ottici posteriori sono abbelliti da un nuovo elemento di stile. Una fascia rossa trasparente e catarifrangente che fa da unione tra i due e infine la cilindrata che viene portata a 2697 cm³. Tale motore le permette di scattare da 0-100 Km/h in soli 6 secondi e raggiungere una velocità di 239 Km/h. Tuttavia la 911 Carrera venne proposta solo sul mercato europeo e non su quello americano. Ad oggi risulta una vettura rara e molto apprezzata e ricercata dai collezionisti per le sue doti di sportività e per le sue prestazioni.
Beppe Macchion e la Winter Marathon
La partecipazione alla Winter Marathon è un’idea nata con la complicità di alcuni suoi amici, possessori anche loro, di una Porsche come la sua, solo qualche anno più giovane. Insieme hanno fondato il team “The Cabriolet” e preso parte a questo fantastico evento. Guidare sulla neve è una cosa che generalmente non mi entusiasma tanto, racconta Beppe, ma in questi 3 giorni il divertimento è stato puro! L’unico inconveniente di questa esperienza è che lui non si sente molto un “regolarista”. Diciamolo, è uno abituato a spingere sempre e comunque. In questa gara, appunto di regolarità, bisogna “navigare”, trovare un giusto equilibrio tra l’essere veloci e l’essere regolari. Poi farlo con un auto che non è “customizzata” per questo tipo di corse, ha reso tutto più complicato ma nello stesso tempo affascinante. Il percorso poi che si snoda per la maggior parte su strade innevate e ghiacciate ha reso ancora più “frizzante” l’avventura. Vita dura per uomini duri? No, per nulla, solo spirito di competizione e voglia di divertirsi. Tuttavia Beppe non nega che correre sulla sabbia è molto più emozionante rispetto al farlo sulla neve. In moto poi non ci sono paragoni. Scendere una duna di sabbia in moto sembra come scendere una montagna sciando. A proposito di sabbia, torniamo indietro al 2004.
Giuseppe Macchion Avventura Dakar
Come tutti i piloti, “Beppe” ha un sogno, quello di partecipare alla “Dakar”. Così nel 2004 arriva per Macchion la possibilità di parteciparvi. In quel periodo di certo la “Dakar” non era la corsa come siamo abituati ad intenderla e vederla oggi. Una gara in linea, durissima, dove non c’erano molte possibilità che qualcuno ti aspettasse, anzi era escluso che qualcuno lo facesse. Se per sfortuna si restava indietro, allora non c’era altra speranza che attendere i mezzi – scopa o quelli di soccorso.
Nondimeno Beppe, grazie anche allo sponsor, crea con alcuni amici il “Team Prorace” e inizia a prepararsi atleticamente. Si, perché partecipare alla Paris – Dakar non è uno scherzo e, la preparazione atletica, soprattutto per corrervi in moto è importante. Tale preparazione dura un anno e, per tutto il tempo Macchion è seguito dal Team ciclistico professionale della Mapei. Per Giuseppe Macchion la Dakar inizia benissimo. A pochi minuti dal termine della prima tappa risulta primo in classifica. A tappa conclusa arriva sesto assoluto, lasciando dietro piloti come Marc Coma, campione indiscusso dei tempi. Immaginate la curiosità di giornali e televisioni di tutto il mondo, che si domandavano chi fosse il “Superman” che aveva aveva dato scacco ai maggiori campioni e favoriti del motociclismo mondiale. Le cose cambiano precipitosamente con l’arrivo in Africa. Qui Beppe è ancora 11°, ma la sorte per lui si dimostra subito beffarda. Finisce nelle ultime posizioni. Nonostante tutto, riesce a recuperare parecchie posizioni e arriva 30°, non male se si pensa che era finito 145°. Tutto sembra procedere per il meglio, ma come è noto i problemi sono sempre dietro l’angolo, per quanto tutti speriamo di non averne. Così, durante la seconda tappa marathon, mentre si concede una pausa lungo il percorso per riposare, ignoti malfattori gli rubano la moto. Tali bande di ladri erano soliti spostare la moto di qualche centinaio di metri dal posto in cui l’avevano prelevata per poi razziarla. Allo scopo poi di evitare di essere inseguiti riempivano il serbatoio di sabbia e sotterravano la stessa sotto pochi centimetri di sabbia. Nel caso di Marchion, volontariamente o per sbaglio, i ladri avevano attivato la balise, decretando in questo modo il ritiro dalla competizione per il pilota. Mancavano solo 3 tappe e 7000 Km per raggiungere Dakar e realizzare il sogno di una vita.
Giuseppe non ha più partecipato ad una Parigi – Dakar. Oggi gestisce la sua concessionaria di moto Honda e continua con il brand nipponico, varie collaborazioni, tra cui anche il test di nuovi modelli.
Co-fondatore e caporedattore