Armani/Silos ospita Guy Bourdin: un viaggio nella rivoluzionaria visione artistica del fotografo
Guy Bourdin: Storyteller è la mostra dedicata al fotografo francese, che approfondisce, attraverso lo sguardo particolare della sua lente, l’impatto sorprendente della sua visione come “storyteller“. La retrospettiva, sarà ospitata presso l’Armani Silos dal 24 febbraio sino al 31 agosto 2023.
La settimana scorsa, proprio in occasione dell’inizio della moda Milano, Giorgio Armani inaugura, negli spazi di Armani Silos, la mostra Guy Bourdin: Storyteller. Un omaggio all’opera del fotografo francese, che nasce con l’idea di mostrarne l’intento narrativo e compositivo al di là della provocazione da sempre associata al suo lavoro.
Guy Bourdin e Armani Silos
Guy Bourdin, seguendo le orme di Alfred Hitchcock ed Edward Hopper, rispettivamente un regista e un artista che ammirava molto, si presenta essenzialmente come un racconta storie, dotato del talento di sintetizzare interi romanzi, preferibilmente gialli e noir, attraverso una singola fotografia.
Gli spazi di Armani Silos, come già accennato, accoglieranno 100 fotografie dell’artista francese, scelte da Giorgio Armani insieme con The Guy Bourdin Estate. La selezione di immagini ha l’intento di mostrare come attraverso il bianco e nero, la capacità espressiva di Bourdin sia immediatamente percepita anche con il più semplice dei contrasti. O ancora come l’uso di colori saturi, tratto distintivo dello stile di Bourdin, si esplora attraverso intere sale dedicate a rossi, verdi e rosa, la sua abilità nel gioco con la forma decostruita. In particolare con i manichini, e la sua inconfondibile idea di composizione.
Vi è anche una sezione che esplora l’amore di Bourdin per il cinema, elemento centrale della sua creatività. Presenta una selezione di fotografie di campagne pubblicitarie che mostrano quelle che sembrano scene del crimine o inseguimenti della polizia, e riportano alla fascinazione per Alfred Hitchcock e al tema della “trama misteriosa”.
Come lo stesso Armani ha dichiarato: “Questa mostra conferma la mia volontà di fare di Armani/Silos un centro di cultura fotografica contemporanea, includendo ciò che è prossimo al mondo Armani, ma anche ciò che ne è lontano. A prima vista, Guy Bourdin non è un autore a me vicino: il suo era un linguaggio netto, grafico, forte. Nella sua opera quel che si percepisce subito, in superficie, è la provocazione. Ma quello che mi colpisce, e che ho voluto mettere in risalto, sono piuttosto la sua libertà creativa, la sua capacità narrativa e il suo grande amore per il cinema. Bourdin non seguiva la corrente e non scendeva a compromessi. Un tratto nel quale mi riconosco io stesso, credo non ci sia un altro modo per lasciare un segno nell’immaginario collettivo”.
Guy Bourdin, le origini
Il fotografo, nasce a Parigi nel 1928. Inizia la carriera come pittore, passando alla fotografia da autodidatta nei primi anni ’50. Sviluppa da subito uno stile personale, intriso di atmosfere e richiami surrealisti, anche grazie alla lunga amicizia con Man Ray, conosciuto nel 1951.
Collabora con Vogue Paris, realizzando servizi fotografici e campagne pubblicitarie, che si contraddistinguono per l’incredibile libertà creativa. Il background di Bourdin come pittore influenza il suo approccio. Dallo studio minuzioso dei colori alle composizioni sospese tra l’assurdo e il sublime, capaci di stimolare il subconscio dello spettatore. I colori iperreali, i giochi di luci e ombre, ma anche il trucco ‘glossy’ delle modelle fanno parte del suo codice visivo, unico e riconoscibile.
La sua ferma volontà è di mettere in primo piano la creazione dell’immagine, non il prodotto, e rimane costantemente fedele a questo intento.
Co-fondatore e caporedattore