La Cina di Cartier-Bresson in mostra al MUDEC
Cina 1948 – 49 | 58 di Henry Cartier-Bresson è la mostra che il MUDEC presenta ed ospita, dal 17 febbraio al 3 luglio 2022. Un viaggio concreto, personale quasi irreale, dello storico reportage del grande fotografo francese sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao.
Cartier-Bresson: “occhio del secolo”
Occhio del secolo, ecco come è definito Cartier-Bresson, pioniere del fotogiornalismo e tra i più importanti protagonisti culturali del ‘900. Proprio i due reportage cinesi lo hanno incoronato, nell’ambito fotografico, come maestro assoluto del così chiamato Istante decisivo.
In entrambi, il fotografo, riesce attraverso l’occhio del suo obiettivo e il personale approccio, a mettere in evidenza temi importanti del cambiamento nella storia contemporanea cinese. Il mondo occidentale, conoscerà grazie al suo lavoro, i nuovi aspetti della società cinese, alcuni dei quali volutamente occultati dalla propaganda di regime. Come lo sfruttamento delle risorse umane e la presenza ubiqua dei militari.
Henry Cartier-Bresson, Cina 1948 – 49 | 58, la mostra
L’esposizione Cina 1948 – 49 | 58 di Cartier-Bresson è curata da Michel Frizot e Ying-Lung Su, con la collaborazione della Fondazione Henry Cartier–Bresson. Riunisce un’eccezionale raccolta di fotografie e documenti d’archivio del fotoreporter francese. Oltre 100 stampe originali, integrate con pubblicazioni di riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla collezione della Fondazione HCB. Due momenti chiave nella storia della Cina: la caduta del Kuomintang (1948 – 1949) e il “Grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958) raccontati dal fotografo attraverso il suo personale approccio.
Storia del reportage Cina di Cartier-Bresson
Verso la fine di novembre del 1948, la nota rivista LIFE, commissiona a Henry Cartier – Bresson un reportage sugli ultimi giorni di Pechino in concomitanza con l’imminente arrivo delle truppe di Mao. Cartier-Bresson documenta la caduta di Nanchino, allora retta dal Kuomintang e rimarrà a Shangai, controllata dal Partito Comunista, lasciando definitivamente il paese, alla proclamazione della nascita della Repubblica Popolare Cinese il 1° ottobre 1949. Il soggiorno, in un primo momento, prevede una durata di sole due settimane, dura poi quattro mesi. Ciò gli consente di svolgere il suo lavoro nel raccontare lo stile di vita cinese in piena libertà d’azione. Al punto che riscuote grande successo sulle pagine della Rivista LIFE e di altre riviste internazionali, tra cui le neonata Paris Match. Molte di queste immagini sono tra le più famose della storia della fotografia. Propongono uno stile nuovo, più poetico e distaccato. Non si dimostra legato troppo agli avvenimenti, quanto ai soggetti ritratti e all’equilibrio della composizione. Questa mostra ci porterà a vivere un’esperienza interiore e sarà come se parlasse ad ognuno di noi.
Co-fondatore e caporedattore