Le “gold cars” all’asta di RM Sotheby’s Parigi
Rm Sotheby’s nell’asta di Parigi mette all’asta le gold car.
Parte il 13 febbraio on line, l’annuale asta di auto da collezione e d’epoca, organizzata da RM Sotheby’s a Parigi. L’ottava edizione della kermesse avrà luogo in live streaming non essendo possibile lo svolgimento in presenza a causa del Covid-19. Nelle precedenti edizioni la vendita all’incanto ha offerto uno straordinario colpo d’occhio nei giorni del Retromobile. Trattasi di uno dei Saloni per vetture storiche più importanti d’Europa e del Mondo.
I gioielli d’oro della Gold Collection
Quest’anno tra le auto di elevato valore che saranno all’incanto si segnala un gruppo di automobili appartenenti a una sconosciuta “Gold collection. Sono lotti venduti senza prezzo di riserva, di proprietà di un appassionato tedesco. Tra questi si segnala una vera e propria “scala reale” formata da vetture di prestigio tutte verniciate in colore oro rigorosamente originale. Ecco il profilo delle goold car di Parigi.
Le gold car di Parigi
1)PORSCHE 911 S 2.4 TARGA 1973.
La Porsche 911 viene presentata al Salone di Francoforte del ’1963. L’erede della 356 ne conserva l’impostazione di base, con il lungo frontale che termina con il cofano incassato nei parafanghi (con fari quasi verticali) e il tetto discendente che abbraccia il lunotto e tutto il posteriore. La 911però è più lunga, più comoda e, soprattutto, dispone di un nuovo motore 6 cilindri di due litri e 130 Cv. Nel ’67 arriva la 911 S più sportiva, mentre due anni dopo il passo si allunga per migliorarne ancora il comfort. Da questo momento il catalogo prevede tre versioni della Porsche 911, via-via più lussuose, meglio equipaggiate e performanti: 911T, 911E e 911S. Nei mesi il progressivo aumento di cilindrata porta il boxer raffreddato ad aria a 2,4 litri sul Model Year 1972 per 190 Cv (meglio di lei fa la Carrera RS 2.7 da 210). Alla versione con carrozzeria coupé si affianca l’iconica Targa, appellativo coniato dopo la vittoria assoluta alla Targa Florio del 1964. La Porsche 911 Targa, sorta di “semi-cabrio”, ha il lunotto fisso e un arco rollbar in acciaio che protegge gli occupanti. Il tetto rigido si sgancia e, una volta ripiegato, si ripone nel baule anteriore. Presentata a Francoforte nel ’65 in un primo allestimento con lunotto “morbido”, assicurato alla carrozzeria mediante una cerniera e ripiegabile. Nel ’67 questo diventa fisso ed è dotato di sbrinatore.
L’esemplare di 911 S 2.4 Targa in asta è un ordine speciale nella rara vernice color Oro con interno nero. Immatricolato in Germania nel ’72, qui è sempre rimasto. Negli ultimi anni è eseguito un completo restauro da uno dei più noti specialisti tedeschi. Conserva alcuni accessori originali: la ruota di scorta e la scatola degli attrezzi. Quotazione: 170.000-210.000€
2) FERRARI 365 GT4/BB 1975.
Dalla Ferrari Daytona alla BB la Casa di Maranello ha compiuto un atto grandioso: ha postato il motore 12 cilindri dalla zona anteriore a quella posteriore-centrale, un salto di qualità nella disputa con le concorrenti italiane (Lamborghini Miura e Countach, Maserati Bora, Iso Rivolta Varedo, Lancia Stratos). Il motore 12 cilindri a carburatori di 4,4 litri è figlio dei successi nel Mondiale Sport Prototipi e anticipa quelli in F1 con la 312 di Niki Lauda. La 365 GT4/BB appare come prototipo al Salone di Torino del ’71. Entra in produzione dal ’73 praticamente invariata e con un’immagine di dea della velocità, nata dalla matita di Pininfarina. Ma è anche un missile con le ruote: 360 Cv, 280 km/h.
La produzione ammonta a 376 unità, tra queste solo tre esemplari verniciati in oro Chiaro. La BB all’incanto è venduta per la prima volta in Texas nel 1975. Dopo aver percorso poco più di 17.000 km, nell’87 vola in Svezia e qui rimane per 27 anni. Nel 2016 si è trasferita in Germania e negli ultimi mesi ha ricevuto una “rinfrescata“ a tutto il corpo vettura. Per questa gold car a Parigi la quotazione: 260-310.000€
3) FERRARI 308 GTS 1979.
La vera erede della Dino 246, si scopre al Salone di Parigi del 1975. La 308 GT4 di Bertone, con una linea molto spigolosa non convince. La sua nascita non incontra i favori di Enzo Ferrari, che non gradiva i motori a sei e otto cilindri. Anzi preferiva che le sue auto stradali montassero il dodici. La 308 GTB monta un V8 di 2.926 cc a carburatori, installato in posizione trasversale nello stesso telaio tubolare del tipo 308 GT/4, con uguali sospensioni a doppi triangoli. Il motore a carter secco eroga 240 Cv contro i 265 della Porsche 911 Turbo 3000.
Nel ’77 la GTB si trasforma in GTS grazie a un tetto rigido asportabile sulla falsariga della Porsche 911 Carrera 3.0 ed SC. La GTS di queste immagini, colore “oro Chiaro” con interno in pelle beige, è venduta per la prima volta a Trieste nell’estate del ’79. Cambia proprietario nel 1980 ma rimane in Italia fino al 2016 quando viene venduta in Germania. Per questa gold car a Parigi la quotazione: 80.000-110.000€.
4) PORSCHE 911 TURBO CARRERA 1976.
Nel 1975 le regole per le GT da corsa del Gruppo 4 (pista e rally) cambiano e subentra l’obbligo di produrre almeno 400 esemplari stradali. Porsche combina il motore 3 litri della Carrera RS con la tecnologia del turbo (ha vinto il Mondiale Can-AM del ’73 con la 917/30 biturbo da oltre 1.000 cavalli) e al Salone di Francoforte ‘74 presenta la 911 Turbo 3000. E’ una 911 inferocita: nella meccanica da una turbina, nell’estetica da una grande e sgraziata ala posteriore. Eroga 265 Cv, scatta da 0 a 100 km/h in 5,5 sec. e raggiunge 250 orari. È la 911 “ammiraglia”, la più costosa e prestigiosa. Le consegne sul mercato americano iniziano in quell’anno (la rivista americana Car&Driver cronometra l’accelerazione 0-100 in soli 4,9 sec.!) ed è in quel periodo che viene consegnata a un cliente della California la Turbo Carrera (denominazione ufficiale per gli States) che sarà in vendita da RM Sotheby’s. Resta in California fino a metà Anni ’80 quando torna in Europa e qui rimane. Per questa gold car a Parigi la quotazione: 120.000-150.000€
5) JENSEN INTERCEPTOR SP 1973.
Negli Anni 20 i fratelli Jensen iniziano l’attività nel settore della carrozzeria partendo da un modello di loro concezione su base Austin Seven. Nei primi Anni 30 entrano alla W. J. Smith&Sons, una famosa carrozzeria di West Bronwich, per aggiornare i metodi di produzione. Con la scomparsa di uno dei titolari subentrano nella proprietà. Nel ’36 cambiano il nome in Jensen Motors e presentano il loro primo modello. Dopo la guerra la Jensen lavora principalmente come fornitore di carrozzerie e, in minima parte, alla produzione delle proprie GT in serie limitata. La Interceptor nel 1950, la 541 nel ’55, la C-V8 nel ’62 con motore Chrysler di grande cilindrata. Nel ’66 viene lanciato un aggiornamento della Interceptor di cui la versione SP (Six Pack) è prodotta in soli 232 esemplari. Uno di questi sarà da RM-Sotheby’s. Monta un V8 da 7,2 litri e tre carburatori doppio corpo per 385 Cv. È consegnato nel giugno ’73 al suo proprietario inglese e non ha mai lasciato il Paese. Nel 2016 è venduta all’attuale acquirente con appena 2.300 km percorsi indicati sulla strumentazione (ma è probabile siano 102.300). Per questa gold car a Parigi la quotazione: 40-60.000€.