Mille Miglia: quando la velocità si fece adulta
Il 2 dicembre 1926 Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto si riuniscono a Brescia nella residenza del giornalista sportivo Giovanni Canestrini. Di fronte alla superiorità della pista di Monza discutono la resurrezione dell’automobilismo bresciano e nazionale. Scartate varie opzioni progettano una corsa da Brescia a Roma e ritorno con auto di produzione e su strada aperta al traffico. Nasce la Coppa delle Mille Miglia.
Mille Miglia prima edizione
Il 27 marzo 1927 l’enorme Isotta Fraschini 8A (8.000 di cilindrata) di Aymo Maggi ed Ernesto Maserati parte da Viale Venezia e si lancia verso la Capitale lungo strade non asfaltate. I primi a tornare sono Minoia e Morandi dopo oltre ventuno ore con la OM 665S Superba n.14 a oltre 77 km/h di media.
Nel ’28 vincono Campari-Ramponi su Alfa Romeo: impiegano quasi due ore in meno a più di 84 orari e nel ’29, ancora con un’Alfa, trionfano a quasi 90 orari rosicchiando un’altra ora. Il 1930 è da record: Nuvolari-Guidotti impiegano 16 ore e 14 minuti (quasi cinque ore in meno) e sono i primi a superare 100 km/h di media.
Dopo la vittoria della pachidermica Mercedes 7 litri di Caracciola nel ’31, nel ’32 vince la coppia Borzacchini-Bignami con un’Alfa 8C2300 in meno di 15 ore a quasi 110 di media. Nel ’33 Nuvolari vince la sua seconda Mille Miglia ma i dati peggiorano. Ci pensa il burbero Achille Varzi a rimettere le cose a posto: vince nel ’34 in 14 ore e 8 minuti a oltre 114 orari. Nel ’35 Carlo Pintacuda e il Marchese della Stufa portano al successo un’Alfa Romeo Tipo B/P3, una monoposto trasformata in sport due posti con un piccolo sedilotto per il povero Marchese.
Il ’36 è l’anno di Antonio Brivio e Carlo Ongaro: percorrono i 1.600 chilometri in tredici ore e qualche minuto con un’Alfa 8C 2900 “Botticella” a oltre 121 km/h. 1937: i tempi si alzano causa maltempo. Pintacuda (navigato da ManBelli) vince con un’altra “Botticella”: quattordici ore e un quarto a oltre 114,7 km/h. 1938: Clemente Biondetti vince la sua prima Mille Miglia. Percorre i 1.621 km in meno di dodici ore: la media di oltre 135 km/h, un nuovo record. Ma si verifica un grave incidente e nel ’39 non si corre. Nel ’40, in piena guerra, si corre sullo strano percorso Brescia-Cremona-Mantova-Brescia da ripetersi nove volte. Huschke Von Hanstein e Walter Baumer coprono i 1.486 km totali in otto ore e 54 minuti con la BMW 328 Touring. Volano a oltre 166 di media. 1947, la guerra è finita, si corre in un clima di ristrettezze ma di speranza: Clemente Biondetti vince per la seconda volta: con la grande Alfa 8C2900 B di Touring in coppia con Romano impiega poco più di 16 ore a 112 km/h.
Quella del ’48 è un’edizione da ricordare: 189 equipaggi, ultima volta di Nuvolari (che deve abbandonare per guasto alla sua Ferrari 166 n.1049), prima vittoria della Ferrari, oltre 1.800 chilometri di gara con tappa a Torino. Biondetti vince per la terza volta in 15 ore e 5 minuti a 121 km/h.
L’asso sardo vince per la quarta volta nel ‘49 ancora su una Ferrari e ci mette dodici ore e 7 minuti a 131 orari di media. 1950: Giannino Marzotto vince a 123 km/h (quasi 1.700 km), nel ’51 Gigi Villoresi fa circa 122 km/h, nel ’53 Giannino Marzotto corre in cravatta e fa un nuovo record a oltre 142 km/h e nel ’54 il grande Alberto Ascari su Lancia fa 139,6 orari. Nel ’55 Stirling Moss fa stabilisce il record assoluto: 10 ore, 7 minuti e 48 secondi a 157, 650 km/h con la mostruosa Mercedes 300 SLR ufficiale.
Nel ’56 Eugenio Castellotti guida sotto il diluvio la Ferrari 290 MM ufficiale in oltre 11 ore a 137 di media e Piero Taruffi, vincitore dell’ultima edizione del 1957, impiega circa 10 ore e mezza a oltre 152 km/h con la Ferrari 315 Sport. La corsa viene cancellata a causa del grave incidente di De Portago a Guidizzolo.