Vincenzo Agnetti – Autoritratti Ritratti, Scrivere.
Ottenere quadri dalla scrittura e utilizzarli come stimolo per altri scritti, in queste parole il sunto dell’arte di Vincenzo Agnetti. Building presenta Vincenzo Agnetti “Autoritratti Ritratti, Scrivere” in scena dal 23 ottobre 2018 al 18 gennaio 2020.
La mostra suddivisa nelle due sezioni Autoritratti Ritratti e Scrivere, comprende una selezione di opere dell’artista tra cui i suoi celebri “feltri” e altri lavori come “Identikit” (1973), Autotelefonata (No) (1972) e il noto “Quando mi vidi non c’ero” (1971).
Il verbo “ritrarre”
Per Agnetti ritrarre è un’azione, il verbo deriva dal latino e vuol dire tirare indietro ed esprime un “atto negativo” . L’artista lo inserisce sia linguisticamente, sia come azione nella realizzazione delle sue opere.
Nell’ottica di questa dialettica negativa “scrittura – opera – scrittura” l’atto del ritrarre assume un ruolo fondamentale per il suo significato negativo di sottrazione e successivamente di recupero.
Scrivere
Nella seconda sezione della mostra, intitolata Scrivere, vengono presentate opere di Enrico Castellani e Piero Manzoni con i quali Agnetti aveva stretto un sodalizio culturale. Con questo sodalizio, Agnetti contribuì all’indagine critica sul loro operato artistico, con testi a metà tra analisi critica e poesia, propri del suo stile di scrittura.
L’ultima parte dell’esposizione comprende una serie di testi e fotografie che raccontano il complesso rapporto scrittura – opera – scrittura, in cui la scrittura opera diventa qualcosa di diverso rispetto agli Statements degli artisti concettuali. In questo senso, un’opera come “Quando mi vidi non c’ero” esprime il concetto di “creare con le parole“.
Parte integrante del progetto espositivo, le performance di Italo Zuffi, tendenti ad una riflessione contemporanea sui concetti di ritratto e traduzione.
Co-fondatore e caporedattore