Una Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

La Pegaso Z-102 è la vettura sportiva spagnola per eccellenza, progettata dall’ingegnere Wifredo Ricart. Prodotta tra il 1951 e il 1957 si distingue per le particolari ed avanzate dotazioni tecnologiche disponibili all’epoca. 
 

Una Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

Fritz Kaiser posa con la Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

 
Viene esposta per la prima volta al Salone dell’Automobile di Parigi nel 1951 e, ne sono realizzati in tutto solo 86 esemplari di cui 2 prototipi. Di questi esemplari quasi tutti sono carrozzati dalle più famose carrozzerie dell’epoca. 
In occasione di The I.C.E. sul lago ghiacciato di St. Moritz fa la sua apparizione una Pegaso Z-102, guidata dal collezionista Fritz Kaiser. Prima di parlarvi della sua Pegaso, ecco un po’ di storia su questa stupenda vettura.

Le origini della Pegaso

La Pegaso Z-102  nasce dunque da un’azienda già nota per la produzione di autobus e camion. Tuttavia agli inizi degli anni’50 del secolo scorso, è deciso per ragioni di pubblicità e di prestigio nazionale ed internazionale, di dare un volto nuovo all’azienda. Così alla produzione di camion è affiancata anche quella di vetture sportive. Ad occuparsi di questo nuovo progetto è chiamato Wifredo Ricart, talentuoso ingegnere spagnolo e nome importante a quei tempi in quanto ex progettista Alfa Romeo. Ricart infatti lavora sulle 6C e 8C le vetture Alfa Romero migliori esistenti all’epoca. Tornato a Barcellona, con la fine della 2ª Guerra Mondiale, l’ingegnere si dedica al faticoso ripristino  della produzione di veicoli pesanti e nello stesso tempo inizia a progettare nuovi veicoli. Lo fa dirigendo un gruppo di giovani alla CETA e battezza tale nuovo progetto usando la Z. Ciò anche in virtù dell’assonanza, nella lingua spagnola, della Z con la parola CETA. 
La lettera Z è fatta seguire da una sigla numerica, rispettivamente 100 per le auto, 200 per i camion e 700 per i mezzi agricoli. Per contraddistinguere i nuovi modelli auto è deciso di realizzarli con il nuovo marchio Pegaso di cui Ricart ne disegna il logo: un cavallo in volo durante un salto all’interno di un cerchio.

La Pegaso Z-102

Nel 1950 Ricart riesce ad ottenere dal governo spagnolo, i permessi necessari per produrre la nova automobile tecnologicamente innovativa. Dunque grazie al lavoro dei tecnici CETA e, sul progetto mai portato a termine della Z-101 una berlina di rappresentanza dotata di motore V12, Ricart, al Salone dell’Automobile di Parigi del 1951, stupisce tutti presentando la Z-102. 
La vettura si presenta modernissima per tutte le soluzioni adottate. Il telaio è composto da lamiere di acciaio piegate e saldate al fine di ottenere una struttura rigida. Le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti con barre di torsione longitudinali e ammortizzatori idraulici telescopici. Quelle posteriori invece sfruttano un ponte de Dion con barre di torsione trasversali per garantire una distribuzione ottimale dei pesi dato che motore e cambio sono montati sul posteriore.
 

Una Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

Fritz Kaiser mostra il motore della Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

 
Di serie su ogni Pegaso Z-102 cerchi a raggi Borrani da 16 pollici, con gallettone centrale di fissaggio, freni a tamburo in alluminio alettati per il raffreddamento con comando idraulico Lookheed e, novità assoluta, sterzo a vite e rullo con piantone regolabile in profondità. 
Wifredo Ricart con tutta l’esperienza maturata in Alfa Romeo, decide di progettare per questa raffinata vettura, un motore raffreddato ad acqua V8 da 2.5 litri predisposto a 90°.  Realizzato in una lega di alluminio e silicio fuso, il silumin, può essere equipaggiato, a scelta, con uno, due o quattro carburatori doppio corpo Weber. La potenza del motore può variare dai 140 ai 160 cavalli in base alle scelte effettuate. Negli anni successivi la potenza del motore V8 viene portata sino a 2.8 litri capace di scatenare una potenza pari a 260 Cv. Tuttavia questa non sarà la versione più potente del motore, che vedrà la cilindrata portata sino a 3.2 litri emontato sulla Pegaso Z-102 SS da competizione, la più potente di tutte le Pegaso. 

Le varie carrozzerie della Pegaso Z-102

Sul telaio della Pegaso Z-102 nel corso degli anni di produzione, sono montate diverse carrozzerie. Prima tra tutte è l’ENASA stessa che ne realizza una tutta in acciaio in versione cabriolet e coupé. Proprio carrozzata ENASA la Pegaso Z-102 fa il suo debutto al Salone dell’Automobile di Parigi nel ’51. 
Non contento del peso dei pannelli in acciaio realizzati dalla ENASA che limitano le prestazioni della vettura, Ricard contatta la Carrozzeria Touring di Milano, con cui aveva collaborato ai tempi dell’Alfa Romeo. A questa chiede di realizzare nuove Pegaso sulla base del sistema della Carrozzeria Superleggera, che fa largo uso di pannelli di alluminio montati su un’intelaiatura in acciaio. Di queste versioni Touring ne vengono realizzate ben 45 tra berlinette standard e versioni speciali. Tutte si distinguono per la “croce cromata” imponente sulla calandra.
 

Una Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

Dettagli della carrozeria Cabriolet Saoutchik della Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

 
Due versioni speciali tra le speciali la Thrill (Brivido) e la Cúpula. La prima è una tra le più originali del marchio iberico e si distingue per alcuni particolari. Tra cui l’ampio e panoramico lunotto posteriore e per una coppia di “archi rampanti” a profilo alare che spiccano ai lati dei finestrini laterali, rimarcati dalla verniciatura bicolore rossa e nera.
La Cúpula invece, detta anche Rosa da Thé per la speciale verniciatura gialla cangiante sul rosso, sembra un anticipo sull’auto del futuro. Le sue forme da disco volante sono dovute alla particolare predisposizione dei lamierati che avvolgono completamente il telaio fin sopra le ruote. Il nome di questa versione deriva dal lunotto posteriore in plexiglas a cupola che occupa interamente il posteriore. 
Infine due versioni spider, la Saoutchik e la Serra. Ora tralasciando momentaneamente la prima su cui ritorneremo a breve, un accenno sulla Serra. Quest’ultima è realizzata dallo sconosciuto carrozziere Pedro Serra sulla base dei telai rimasti inutilizzati dal carrozziere francese Saoutchik. 

Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik

Bene ci sembra il momento giusto, dopo una “breve introduzione” sulla storia di questa piccola auto di lusso, parlare del modello che più di tutti ha attirato la nostra attenzione. Forse anche perché è stato il solo che abbiamo mai visto fino ad ora. Ebbene in quel di St. Moritz, durante il The I.C.E. ecco che quasi fluttuando su una strada di ghiaccio e tra distinguendosi dal paesaggio innevato grazie al suo splendido color celeste, arriva una Pegaso Z-102 Cabriolet carrozzata Saoutchik
 

Una Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

il design della Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik vista sul lago di St. Moritz

 
Immaginate pure il nostro stupore. L’auto si presenta con una linea piuttosto barocca, con parafanghi ondulati e molto accentuati distinti dal corpo della vettura stessa e sottili pinne posteriori. Questo design sembra rendere la Pegaso molto più ingombrante di quello che appaia. Sul frontale colpisce la calandra trapezoidale con ornamento a croce, classico della Pegaso. In tale versione è impreziosita con inediti paraurti a forma di anello realizzati in acciaio cromato, ripresi al posteriore. Una “palpebra” metallica poi, custodisce fanali e luci di posizione. Da qui ha origine la linea dei parafanghi, integrati nella fiancata, che scende in corrispondenza delle portiere per poi risalire e dar vita alle pinne sulla coda. Guardandola non si può che restare a bocca aperta, incantati da questa elegante originalità.

Una Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik sul lago di St. Moritz

Sterzo cruscotto e cambio della Pegaso Z-102 Cabriolet Saoutchik del collezionista Fritz Kaiser

La vettura in questione è di Fritz Kaiser, imprenditore e filantropo del Principato di Liechtenstein. Kaiser da oltre 6 anni è protettore e promotore della cultura e della passione rappresentato dal patrimonio delle auto classiche. Lodevole il suo impegno nel cercare di attirare e dunque far appassionare le nuove generazioni ad un mondo, quello delle auto classiche, che sembra lentamente perdere di interesse.