Zhivago Duncan Soulmate/Cellmate exhibition
| Foto courtesy of Lara Facco press
A Milano si respira aria di “arte”. Particolarmente interessante la mostra Soulmate/Cellmate, ospitata presso la Galleria Poggiali (dal 02/04 fino al 28/06/2019), del caleidoscopico artista americano Zhivago Duncan. L’artista ha realizzato le opere unicamente per la galleria milanese. Trovandosi così a modificare e plasmare l’ambiente della “project-room” con l’installazione di sculture in ceramica e dipinti, caratterizzate da forme esotiche ed astratte realizzati con la tecnica Batik. Una tecnica antica nata casualmente durante la tintura dei tessuti. Dovuta al fatto che macchie di grasso, o di sostanze impermeabili, impediscono al colore di penetrare nel tessuto durante il bagno di tintura. Duncan si è servito dell’uso della cera, per impedire al colore di penetrare sulla tela. Il risultato ha prodotto così creazioni uniche dalle forme insolite ed originali. Vi è in queste creazioni un richiamo al passato dell’artista. Infatti Duncan nato da padre danese e madre siriana, è stato aperto fin da piccolo a varie culture e tradizioni. Queste si sono convogliate all’interno della sua anima e hanno dato luogo a quelle che sono le sue opere. Dalle tele emerge la necessità dell’artista di indagare, conoscere e ricollegarsi alle sue radici. In relazione con le tele, sono presenti numerose sculture in argilla modellata e smaltata. Strutture tridimensionali, e abitazioni. Rappresentano modelli utopici di città che si ricollegano anche queste al passato dell’artista. Oppure vogliono ricollegarsi a processi vitali relativi alle nostre origini. In realtà nell’opera di Zhivago questi due mondi sembrano quasi convergere uno nell’altro.
In Milan there is an air of “art”. Particularly interesting is the Soulmate/Cellmate exhibition, hosted at the Poggiali Gallery, by the kaleidoscopic American artist Zhivago Duncan. The artist made the works only for the Milan gallery. Thus finding himself modifying and shaping the “project-room” environment with the installation of ceramic sculptures and paintings, characterized by exotic and abstract shapes made with the Batik technique. An ancient technique born randomly during the dyeing of fabrics. Due to the fact that grease stains, or impermeable substances, prevent the color from entering the fabric during the dyeing bath. Duncan used the use of wax to prevent the color from penetrating the canvas. The result has thus produced unique creations with unusual and original shapes. In these creations there is a reference to the artist’s past. In fact, Duncan, born of a Danish father and a Syrian mother, has been open since he was a child to various cultures and traditions. These were conveyed within his soul and gave rise to what are his works. The artist’s need to investigate, learn and reconnect with his roots emerges from the canvases. In connection with the paintings, there are numerous sculptures in molded and glazed clay. Three-dimensional structures, and dwellings. They represent utopian models of cities that also relate to the artist’s past. Or they want to reconnect to vital processes related to our origins. In reality in Zhivago’s work these two worlds almost seem to converge one into the other.
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